L'autore affronta il difficile fenomeno dell'immigrazione e dell'accettazione del diverso partendo da un'analisi di tipo religioso. Rifacendosi ai testi delle scritture, alle encicliche e alle bolle papali e ai lavori di sociologi ed esperti del settore, individua nel multiculturalismo un errore di fondo che impedisce la condivisione e l'amore tra persone di etnie diverse: esso, infatti, non prova a mescolare le diverse razze e a creare fratellanza tra le persone, quanto ad isolare ogni singola cultura nel tentativo di non essere "invasa" dagli altri. Propone perciò, nel rispetto del disegno e della parola di Dio, un “nuovo umanesimo” civile che tenga conto della multietnicità ma che consideri l'immigrato, l'estraneo, non come diverso, ma come una persona, quindi con diritti e doveri e anche con una dignità.
“Ero immigrato e…” suscita, una profonda riflessione, dogmatica e di credenze, sul tema della multietnicità. Leggere quanto espresso nel libro non può che avvicinare il lettore all'accettazione dell'altro, del diverso, a una pratica cristiana di maggior carità e a un desiderio di maggiore amore nei confronti di tutti.
Antonio Mottola nasce ad Ascoli Satriano (Fg), il 17 luglio 1954 e viene ordinato sacerdote da San Giovanni Paolo II il 15 giugno 1980 nella basilica di San Pietro in Vaticano. Direttore degli Uffici di Pastorale sociale e il Lavoro e delle Migrazioni della Diocesi di Cerignola-Ascoli Striano, ha conseguito la licenza in Teologia e il dottorato in Scienze Sociali. Ha già pubblicato quattro testi. Con la sua ultima opera affronta il tema attualissimo e profondo della società globale.